giovedì 9 ottobre 2008

Per amor di "vuotità"

Viviamo come automi nella società contemporanea. L'abitudine prende il sopravvento su di noi, sulle nostre azioni che si fanno via via più meccaniche, sui nostri pensieri che si offuscano fin quasi a sparire del tutto. Non sappiamo cosa sia l'intimità, perchè non abbiamo mai avuto modo di conoscerla. Siamo cresciuti col nostro fedele compagno di vita, che ha assistito alle nostre prime pappe, ai nostri primi passi, alle prime parole farfugliate. Quell'immenso compagno che ci sovrasta, zittendo (senza alcun bisogno di prepotenza) le nostre intime conversazioni da pasto. Lo stesso compagno che ci presenta la famigliola felice del Mulino Bianco, un'utopia, seduta in tutta la sua forma a tavola che si prepara per la colazione. Un compagno fastidioso, che si insinua nelle nostre case e ci impedisce di pensare. Persino di capire quello che ci racconta. Il compagno che già George Orwell aveva "previsto", o per meglio dire... il compagno sul quale George Orwell aveva FANTASTICATO. Parlo ovviamente della Televisione. Quell'ammasso di tette e culi che ci si parano davanti, senza darci una possibilità di reazione, e ci fanno credere di essere "la vita che chiunque sogna", quando in realtà nemmeno si può parlare di vita. Perché certamente, questa non è vita.
Viviamo in un mondo in cui possiamo con certezza affermare "che cosa non è", ma che nessuno sa davvero "che cosa invece è". Un'epoca di numeri e di etichette. Di fantasmi. Siamo continuamente spinti ad andare avanti, senza nemmeno sapere dove stiamo andando, tantomeno perchè lo stiamo facendo. Viviamo giornate fondamentalmente vuote, e non possiamo nemmeno più parlare di vivere sotto stress, perchè in realtà ci siamo talmente abituati alla nostra vita da non sentirne il fastidioso, infinito peso di vuotità. Che so benissimo che non esisteva, fino alla riga precedente, ma ora esiste perchè io l'ho creata.
Il nostro unico campanellino d'allarme è la paura. Paura del "diverso", dello "straniero", dell'altro. Paura che il nostro fedele compagno di vita si impegna a fomentare. Quella Paura che sparisce, misteriosamente, nel momento in cui ci sentiamo italiani in Italia. "Protetti" dal nostro amato "protettore", che ha premura di lavarci il cervello con le sue false rassicurazioni. Ha premura di tenerci occupati e di intrattenerci con le sue Televisioni, così da potersi fare indisturbato gli affaracci suoi.
Non abbiamo più una morale, né un senso. Siamo corpi freddi e vuoti, fantasmi che si incontrano senza scontrarsi mai.

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AL CINEMA

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